Calzoni di ricotta dolce
Premetto che io non sono una grande amante di ricotta… Pensate che in Sicilia non sono riuscita neanche ad assaggiare né i cannoli né la cassata della bravissima Cinzia! Ma che vergoooooooogna! Però, dato che ormai sto diventando una cuoca provetta, non potevo non provare un simbolo della cucina lucana e pugliese….i famosi calzoni di ricotta! Era il minimo che potessi fare per i miei genitori dato che, da alcuni mesi a questa parte li sto stressando con i miei esperimenti culinari…
Avevo parlato qui della pasta mista con sugo di funghi cardoncelli e salsiccia e vi avevo detto che quello è un classico piatto della domenica. Beh, il sostituto di questo piatto sono sicuramente i calzoni di ricotta, generalmente accompagnati dalle orecchiette, classico binomio dei banchetti domenicali lucani e pugliesi. Possono essere accompagnati con sugo di carne ma la tradizione vuole che i calzoni di ricotta vadano accompagnati con un saporitissimo sugo semplice: del resto, i nostri nonni mica si potevano permettere tutte le domeniche il sugo di carne!
Ho sempre avuto il pallino di preparare i calzoni di ricotta, non li mangio ma a vederli son talmente carini!!!!! Non avevo, però, la minima idea di come farli! E questa volta sono andata dall’altra mia fonte d’ispirazione…Anisce? No…stavolta no (scusami Paolè!) :(! Ho fatto pratica direttamente con mia nonna, nonna Angelina! Avevate dubbi? E secondo voi…da chi posso aver preso il nome?!?!?! ahahahhah! Per cui questo capolavoro che è venuto fuori al primo colpo è soprattutto merito suo! Li abbiamo fatti insieme ma…il contributo maggiore è il suo! Non potete immaginare quanto è stato divertente fare i calzoni di ricotta con lei…. Poverina, l’ho fatta esaurire con le mie domande e con i miei errori!!! ;P
Ok, vediamo come fare i calzoni, ora vi do la ricetta di nonna Angelina (scusate, la devo citare altrimenti mi denuncia per violazione di copyright!ahahahahh).
CALZONI DI RICOTTA
Ingredienti (per 5 persone):
500gr di semola di grano duro Senatore Cappelli
1 uovo
acqua q.b. (in base a quanta ne richiede la farina)
Per il ripieno:
500gr di ricotta
1 tuorlo
50gr di zucchero
un pizzico di cannella e buccia di limone grattugiata
Su una spianatoia, setacciare la semola di grano duro Senatore Cappelli ed uniteci l’uovo. Quando questo sarà completamente assorbito, iniziate a versare dell’acqua tiepida poca per volta ed impastate fino a quanto non otterrete un impasto liscio ed elastico.
Nel frattempo, in una ciotola schiacciare la ricotta con una forchetta: non utilizzate la ricotta molto fresca, usate quella comprata un paio di giorni prima che sarà più compatta e che, quindi, non tenderà a sciogliersi. In base alla compattezza della ricotta bisogna regolarsi anche con le uova: quella che abbiamo usato io e nonna era abbastanza compatta e quindi abbiamo aggiunto solo 1 tuorlo ma, se la ricotta è abbastanza morbida, mettetene anche un altro. Unite, poi, lo zucchero, la cannella e grattuggiate la buccia di un limone fresco, bello profumato.
Dividete l’impasto in tre parti e create delle sfoglie molto sottili (2 mm) di circa 10 cm di larghezza: potete utilizzare sia il mattarello che la macchina per la pasta (sicuramente con quest’ultima la sfoglia verrà meglio!). Prendete un cucchiaio per volta di ricotta e distribuiteli al centro di tutto il rettangolo, a distanza di un paio di cm l’uno dall’altro.
Ora, prendete il lembo di sfoglia più vicino a voi e unitelo all’altro, chiudete bene con le dita intorno alle palline di ricotta e con l’apposito stampino zigrinato.
Piesse: una volta pronti, mia nonna ha preso uno spillo ed ha bucherellato un po’ la parte superiore dei calzoni con ricotta… E alla mia domanda “Ma nonna…a che serve?“, lei mi ha risposto “Per far uscire l’aria della ricotta!“. Che genio la nonna! ;)
Che c’ho fatto con i calzoni? Come vi ho già detto, li ho cotti e conditi con ragù e abbondante pecorino lucano! Son venuti veramente belli e a casa son piaciuti tantissimo! Missione compiuta i calzoni dolci di ricotta sono pronti!
Ultimo aggiornamento 9 Maggio 2018
wow devono essere eccezionali!! complimenti!! ciao!
Davvero buoni e delicati….complimenti sono ottimi!!! Baci Luciana
Mi tenti da morire!!!Io invece adoro i dolci alla ricotta…che sogno!!!Bacio
Che delicati Angela! Mai fatti!:( Proverò. Buona giornataaaa!!!!;D
Grazie mille a tutte! Son contenta che vi piacciano! :*
deve essere stato emozionante fare l’assistente della nonna!
Brava Angela e bravissima Angelina!
un bacione
ehehe! anche io delle volte mi cimento in esperimenti culinari i quali magari non rispecchiano i miei gusti (vedi tortelli di zucca) chissà cosa ci spinge…magari la voglia di arricchire il nostro bagaglio “culturalculinario” e di portare avanti la tradizione. A d ogni modo a me la ricotta piace, per cui promossa questa ricetta e promossa nonna angelina..tu bocciata! >:(
:ppp
scheerzo!
io per i calzoni di ricotta misti a orecchietta sempre fatti in casa vado matto.
e visto che mi hai faato venire la voglia di mangiarli domani calzoni di ricotta e ricchited ;D)))
mi hai fatto ridere con questo post. Non lo avevo ancora letto per bene ma mi era venuta la fissa da quado avevo visto la bellissima foto su Flickr!
… ed ora, siccome sai che sto tentando di riesumare una ricetta tipica della Puglia, e questa ricotta dolce c’entra assai ;), ho pensato che leggerlo mi sarebbe stato d’aiuto ma non solo: intanto mi salvo pure la ricetta per i calzoni :D
Bravissima Angelina.. no no non ho sbagliato, proprio alla tua nonnina! :D scheeerzo, mitiche tutte e due!
Grazie Manuelina…si chiama così tua nonna? ahahahahhah…
Non c’è su da voi quasta tradizione di tramandare il nome? :D
Bellissimi i tuoi ravioli, un vero documento storico.
Io vivo in Argentina e ho tanta nostalgia della cucina italiana che mi sono messa a studiare la storia della cucina.
Cercavo ricette antiche, medievali e rinascimentali, e ho trovato la tua, grazie a una segnalazione, che deve essere una ricetta molto antica , per la presenza di zucchero e cannella.
La forma tradizionale é la mezzaluna? Ho visto altre foto nella web che li presentavano quadrati.
Non mi sai dire qualcosa delle origini di questo piatto?
Ciao e grazie
Paola
Ciao Paola, che bello sapere che mi segui così da lontano!
Guarda questa è una ricetta antichissima ed è un “raviolo” molto tipico che qui in Basilicata si chiama proprio “calzone” non so per quale motivo.
Ed il calzone ha proprio la forma a mezza luna e non quadrata come per i comuni ravioli.
Non ne conosco l’origine ma cercherò di fare alcune ricerche e ti farò sapere. Un bacione enorme! :*
Ho fatto i calzoni materani con la tua ricetta, conditi con un sugo di carne d’agnello.
Raramente ho trovato un accostamento di sapori cosí perfetto.
Li ho portati alla festicciola di un corso di antrolopologia dell’alimentazione che sto seguendo qui a Buenos Aires, e hanno ben meritato una standing ovacion, sia per i sapori che per i secoli di storia che portano con sé.
Ho scoperto che cé´una versione simile, ragusana, di ravioli con ripeino di ricotta zucchero e maggiorana conditi con sugo di maiale.
Entrando nei dettagli, non mi sono venuti cosi belli e perfetti come i tuoi, non avevo lo stampo per tagliarli trangolari e cosí ho tagliato la sfoglia in circoli e li ho riempiti e poi piegati a metá.
Ho avuto mille dubbi sulla quantitá dm acqua per impastare la semola , un chilo di semola se si é bevuta un mezzo litro di acua + 2 uova. Non avevo mai impastato prima la farina di grano duro e non avevo idea di como deve risultare l’impasto. Mi sembrava un poco molle ma ha tenuto bene la forma e la cottura.
Grazie mille
Paola Giordani
@Paola: sono davvero felicissima! Mi hai appena regalato un sorriso a 365 denti! :) Grazie ancora! Ma…non li hai fotografati? ;)
Mi vuoi morta, mi vuoi!! spettacolari!
ma sai che li cercavo da un sacco di tempo? mi ha aiutato un amico a trovarli..
mia nonna gli dava un nome cauzuncedd o qualcosa del genere
mi piacevano moltissimo grazie
Al contrario io invece adoro tutto ciò che è “ricottoso”…quind questi teli rubo alla grande ;-)
Buona giornata
Chetelodicoaffà? La mia mamma li prepara allo stesso modo, omettendo solo la cannella perché non ama gli “aromi”.Bravissima Angela, il recupero di questi piatti è cultura! Bacetti!!!
Grazie Ornellina! Detto da te, che fai rivivere le tradizioni pugliesi ogni giorno, è un vero complimento! tvb