Monacello 2011, il Primitivo di Matera che non t’aspetti

Scritto da Giuseppe

Sin dal luglio 2005 Matera ed il suo hinterland possono fregiarsi del riconoscimento della doc per i vini qui prodotti. Il disciplinare prevede 5 tipologie di vini rossi doc Matera (Matera Rosso, Matera Primitivo, Matera Primitivo Passito, Matera Moro, Matera Moro Riserva), 1 rosato (Matera Rosato), 3 tipologie di vini bianchi doc Matera (Matera Greco e Matera Bianco, Matera Bianco Passito) ed anche 2 spumanti doc Matera (Matera Spumante e Matera Spumante Rosè).

Quello materano è sempre stato un territorio che ha prodotto vini di livello modesto, imbarazzante il divario con i corregionali della doc Aglianico del Vulture, sia grazie alle potenzialità del vitigno Aglianico forse inferiore solo a Nebbiolo e Sangiovese, ma sopratutto per una cultura enologica che nel territorio materano veniva a mancare, mancava la voglia, la tenacia per poter fare qualità, mancava l’umiltà e la caparbietà di fare “avanguardia” in questo territorio, eppure le aziende non mancavano affatto.

Diverse aziende erano già presenti prima dell’avvento della doc Matera e tante altre ne sono nate subito dopo cercando quindi, di sfruttare al massimo il prestigio e la popolarità che una così importante denominazione offre, purtroppo però, hanno a parer mio creduto che bastasse solo quella piccola dicitura in etichetta per rendere grandi ed appetibili al mercato dei vini a dir poco approssimativi.

MonacelloIn questo panorama vitivinicolo appena descritto ecco venir fuori l’ennesima giovane azienda “Tenuta Parco dei Monaci” ubicata all’ingresso di Matera Sud dove la cantina sorge in cima ai vigneti di proprietà, soli 5 ettari divisi tra Primitivo, Cabernet Sauvignon e Merlot. Dentro la cantina profumo di vino e di pulito, splendente ed ordinata come poche, mi raccontano che producono un Primitivo 100% chiamato Monacello, un rosato da uve primitivo ottenuto da “lacrimazione degli acini” chiamato Rosapersempre e tra qualche mese sarà in commercio il loro Matera Moro doc ottenuto da un blend di primitivo, cabernet sauvignon e merlot, lo Spaccasassi.

Ho assaggiato durante la mia visita in cantina il Monacello ed il Rosapersempre ed ho avuto subito avuto l’impressione che Tenuta Parco dei Monaci abbia fatto una scelta diversa dalla maggior parte dei produttori della zona, loro vogliono dimostrare che un grande vino ed un grande Primitivo è possibile anche a Matera, certamente differente da quelli di Manduria e Gioia del Colle per differente conformazione del terroir.

Il Monacello è ottenuto da uve Primitivo in purezza, la vigna subisce forti diradamenti, le uve attentamente selezionate dopo la pigiatura sono vinificate e rimangono a macerare a contato con le bucce per 4-5 settimane. Il vino matura, poi, in tonneaux francesi artigianali di diversa tostatura per circa 8-9 mesi, poi un ulteriore affinamento in bottiglia.
Rosso rubino impenetrabile dal profilo olfattivo profondo e variegato. Si riconoscono chiaramente note di prugne, violette, frutti rossi in confettura, note mentolate ed accenni di toni speziati.
All’assaggio è pieno, rotondo e di ottima sapidità, sinuoso, dalla struttura imponente sorretta da una ottima acidità che ne rende piacevolissimo il riassaggio. Non un sorso stanco e pesante, quindi, ma fresco e piacevole, un primitivo che riesce ad abbinare opulenza e piacevolezza di beva, tannini morbidi e non allappanti, frutti rossi e piacevoli accenni di spezie nobili. Abbastanza lungo il finale. Risultato straordinario se si pensa che per il Monacello questa è la primissima annata. Ne sentiremo parlare.

PS: ho avuto il privilegio di assaggiare direttamente dalla botte il Merlot che insieme al Primitivo ed il Cabernet Sauvignon andrà a comporre lo Spaccasassi Matera Moro doc, mi ha letteralmente sbalordito, strepitoso.

La Basilicata non è più solo Aglianico del Vulture.

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Ultimo aggiornamento 5 Maggio 2018

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