5 curiosità sulla pasta di Gragnano che (probabilmente) non conosci

pasta vari formati

La pasta di Gragnano è caratterizzata da lavorazione artigianale, trafilatura al bronzo e una lenta asciugatura, ma non solo.

In questo articolo ti sveleremo 5 curiosità sulla pasta di Gragnano che forse non conosci. 

5 curiosità sulla pasta di Gragnano

Riconosciuta come prodotto IGP nel 2010, la pasta di Gragnano rappresenta un decimo dell’export di pasta italiana nel mondo. 

1. L’origine nel Regno di Napoli

A partire dal XVI secolo, i mugnai del posto iniziarono a trasformare il grano locale in farina. Nel XVII secolo, dopo la carestia del Regno di Napoli, il consumo di pasta di Gragnano aumentò notevolmente, in quanto si trattava di un tipo di pasta decisamente più nutritiva rispetto alle altre.

Durante un pranzo Ferdinando di Borbone concesse ai pastai di Gragnano il privilegio di fornire la corte di tutte le paste lunghe, e da allora città venne soprannominata la Città dei Maccheroni, dove venivano prodotti fino a 1000 quintali al giorno.

Una delle sue vie principali, Via Roma, divenne il simbolo della pasta di Gragnano e fu rimodellata per favorire l’esposizione al sole del prodotto,diventando così una sorta di essiccatoio naturale per la pasta.

2. Come passò da contorno a primo piatto

La lagana, un impasto di acqua e farina fatto con strisce larghe, oggi conosciuto come lasagna, era già prodotto ai tempi dei romani. Ma nonostante fosse un tipo di pasta, veniva consumato come un contorno per pietanze di carne, pesce e uova.

Fu nel Medioevo che la pasta iniziò ad essere un piatto con una sua identità, complice anche l’invenzione da parte degli arabi di una pasta secca servita con formaggio e spezie.

Leggi anche: Ecco i formati tipici della pasta di Gragnano

Nel ‘600 si diffuse il suo consumo, soprattutto a Napoli, a causa di forti rincari degli altri alimenti. Ciononostante iniziò ad essere accostata ad un condimento diverso da formaggio e spezie solo nell’800.

Infatti, solo con Pellegrino Artusi, gastronomo e critico letterario italiano, nell’800 a dare alla pasta un ruolo a sé stante e a introdurla come primo piatto nel menù italiano. Ecco come la pasta passò da semplice contorno ad amato primo piatto.

3. La pasta di Gragnano servita dolce

Si ritiene che alla fine del XV secolo la pasta non fosse abbinata solamente a pietanze salate, ma anche agrodolci.

Infatti, si ritrovano in vecchi documenti testimonianze di banchetti di persone benestanti che mangiavano maccheroni fritti con lo zucchero o cotti nel latte con burro e cannella.

Un’ulteriore prova ci viene dalla parola francese macaron, derivante della voce italiana maccheroni, che indica un raffinato pasticcino.

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4. Solo 2 ingredienti e trafilatura al bronzo

La pasta di Gragnano è prodotta con soli 2 ingredienti naturali, ovvero semola di grano duro e acqua purissima proveniente dalla sorgente Forma, che sgorga dai Monti Lattari.

Questi ingredienti uniti alla trafilatura al bronzo conferiscono alla pasta la tipica rugosità, che la rendono ideale per qualunque tipo di condimento. 

5. La pasta di Gragnano fa bene alla salute

La pasta di Gragnano è indubbiamente buonissima, ma non tutti sanno che fa anche bene alla salute. Infatti, contenendo rilevanti quantità di vitamine del gruppo B come tiamina e niacina, aiuta il sistema nervoso a funzionare bene e influenza l’umore in modo positivo.

La semola di grano duro utilizzata nella pasta di Gragnano, poi, è più ricca di proteine rispetto al grano tenero. 

Insomma, la pasta di Gragnano ha un’importante storia, una bontà senza pari e indubbie qualità che fanno bene da tutti i punti di vista. Provala con qualunque condimento e non ti deluderà.

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Ultimo aggiornamento 23 Maggio 2022

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