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Sino a pochi decenni fà il Sud Italia (Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Campania) produceva uve da vino che partivano alla volta delle regioni italiane del vino più "blasonate" come Toscana e Piemonte, piano piano gli agricoltori si sono trasformati in produttori iniziando a vinificare ed imbottigliare i loro vini riscuotendo sempre maggiore apprezzamento dal mercato nazionale ed internazionale.

Per molto tempo i vini del Sud sono stati rilegati al margine dell'enologia italiana privilegiando l'eleganza dei più famosi barolo, barbaresco e supertuscan ritenendo i vini meridionali concentrati di potenza grezzi e altamente alcolici. Pian piano i produttori hanno affinato le tecniche di vinificazione smentendo le varie dicerie e producendo vini sempre più fini pur mantenendo la tipicità dei vitigni e dei territori.

Tra i vitigni più importanti del Sud Italia sono certamente da menzionare l'Aglianico del Vulture lucano, l'Aglianico Taurasi campano, il Primitivo di Manduria, il Negroamaro, il Nerello Mascalese, il Nero d'Avola, il Gaglioppo, il Frappato e lo Zibibbo (Moscato di Pantelleria).

Se dovessimo esaminare i territori, tra i più conosciuti, apprezzati e venduti vi sono certamente i vini pugliesi ed i i vini siciliani, a seguire i vini campani, ed in coda per quantità prodotte i vini calabresi e a chiudere i vini lucani.

I migliori vini rossi del sud italia

Grosso modo tutta l'Italia è terra di vini, siamo la nazione con il più grande patrimonio enologico del mondo, ogni regione ha i suoi vitigni autoctoni con caratteristiche uniche che unite alle peculiarità dei territori incluso il microclima, danno vita a vini unici. In questo panorama il sud Italia non fà eccezione, anzi, il meridione è un'area ricchissima di vitigni autoctoni, terroir diversi, clima e tradizioni vinicole ben distinte.

La fanno da padrone in primis la Puglia e la Sicilia per quantità prodotte, a seguire vi è la Campania e non sono da meno anche la Basilicata e la Calabria, ognuna di queste regioni produce vini rossi ottenuti da vitigni autoctoni.

La Puglia è la regione da sempre considerata la "cantina d'Italia" poichè è la regione con il più vasto territorio coltivato a vite, la più grande produzione di uva da vino è in Puglia, motivo per cui, il vino è tra i principali prodotti tipici pugliesi.

I vitigni a bacca rossa utilizzati per la produzione dei tipici vini rossi pugliesi sono il Primitivo, da cui si produce a seconda della zona di impianto, il Primitivo di Manduria o il Primitivo di Gioia del Colle, il Negroamaro da cui si ottengono diversi vini igt Puglia ed il Salice Salentino doc, il Nero di Troia, il Susumaniello ed anche l'Aglianico (vitigno quest'ultimo condiviso con Basilicata e Campania).

Un altra regione meridionale con un vastissimo patrimonio di vitigni autoctoni dedicati alla produzione di vini rossi è la Sicilia, tra i più famosi vi sono il Nero d'Avola, il Nerello Cappuccio, il Nerello Mascalese questi ultimi due utilizzati per la produzione del celebre Etna rosso, il Frappato ed il Perricone.

La Basilicata al contrario di Puglia e Sicilia è una piccola regione per molti sconosciuta anche sotto il punto di vista vitivinicolo ma che in realtà è la culla di uno dei più grandi vini d'Italia, qui si produce l'Aglianico del Vulture un vino rosso definito dagli esperti il "Barolo del Sud", una definizione che sintetizza al meglio le caratteristiche di questo vino.

L'Aglianico è un vitigno autoctono coltivato in Basilicata, Campania e in minor quantità in Puglia, ma è in Basilicata meglio ancora nell'area del Vulture-Melfese alle pendici del vulcano "Vulture" che l'aglianico ha trovato il suo habitat naturale e si esprime al meglio. Oltre l'aglianico, in Lucania è coltivato anche il Primitivo con cui si produce il Primitivo Matera Doc.

La Calabria, tra le regioni mridionali è forse quella meno conosciuta di tutte sotto l'aspetto vitivinicolo probabilmente perchè per la produzione di vini rossi, l'unico vitigno autoctono utilizzato è il Gaglioppo con cui si ottiene il famoso Cirò doc.

In linea generale a differenza di alcuni anni fà, la cultura vitivinicola, la modernizzazione delle teniche utilizzate sia in vigna che in cantina hanno portato un sensibile cambiamento nei vini rossi meridionali; se prima questi erano essenzialmente sinonimo di potenza e alcolicità, ora sono certamente più facilmente bevibili pur mantenendo le caratteristiche di unicità dei vitigni e dei territori di appartenenza. Diverse sono ormai le eccellenze acclarate a livello nazionale ed internazionale tra i vini del sud, dunque non più solo Toscana e Piemonte nel panorama vinicolo italiano d'eccellenza.

I migliori vini bianchi del sud italia

In ambito vitivinicolo o enologico, se volete, il meridione d'Italia è spesso affiancato allo stereotipo dei vini rossi di gran corpo e struttura, spesso marmellatosi e pachidermici, chi conosce più a fondo la realtà dei vini del Sud, invece, sa bene che non è più così, i vini meridionali hanno fatto grandi passi in avanti sia per la produzione dei vini rossi, che si sono elegantizzati, sgrassati e snelliti, resi più bevibili grazie a tecniche di vinificazione più moderne, sia per quanto riguarda i vini bianchi, ebbene sì, anche il Sud Italia vanta la produzione di ottimi vini bianchi.

La Campania, per esempio, produce uno dei più celebri bianchi italiani, il Fiano di Avellino da cui si ottiene un vino a denominazione di origine controllata.

Tra i vini bianchi pugliesi, invece, vi è il fiano minutolo o minutolo, una varietà autoctona molto differente dal fiano campano di cui sopra, l'unica afinità è nel nome, la sua principale caratteristica è quella di dare vini di grande aromaticità, spiccati sentori floreali e di frutta gialla, al naso inganna, può sembrare un bianco dolce, la sorpresa arriva all'assaggio, è dritto, secco, con una spiccata acidità ed un finale discretamente lungo. Altre varietà utilizzate nella produzione bianchista della Puglia sono lo Chardonnay e il Moscato di Trani da cu si produce un passito a denominazione di Origine Controllata.

La Basilicata è la più piccola regione tra quelle del profondo Sud, la sua produzione vinicola è certamente ricordata per l'Aglianico del Vulture (imponente vino rosso), ma anche qui vi sono alcuni bianchi degni di segnalazione, i lucani utilizzano principalmente vitigni come moscato e malvasia per la produzione dei vini bianchi locali affiancati a vitigni internazionali come lo Chardonnay ed il Sauvignon blanc, tracce di colture di Traminer aromatico e poco altro, questi vitigni spesso coltivati nell'area del Vulture, quindi su terreno vulcanico seppur molto diffusi su tutto il territorio nazionale, qui assumono caratteristiche del tutto particolari per via del microclima e del territorio lavico.

La Sicilia è la più vasta regione del Sud, una regione che vanta un paniere di tipicità agroalimentari vastissimo e variegato, tra questi prodotti tipici siciliani, vi sono anche i vini. Sono i Bianchi Siciliani a farla da padrone nel panorama bianchista meridionale, la Sicilia è la regione che produce i più celebri vini bianchi del Sud, probabilmente grazie al suo territorio vasto che offre diversi microclimi, terroir diversi e una moltitudine di vitigni autoctoni e non. Senza elencarli tutti, ricordiamo i bianchi dell'Isola di Pantelleria, il Moscato di Alessandria, chiamato anche Moscato di Pantelleria o Zibibbo, vitigno da cui si ottengono grandi bianchi passiti dolci e vitigno con cui alcuni (pochissimi) producono con straordinari risultati la versione secca, uno Zibibbo in purezza dalla straordinaria aromaticità e dalla grande piacevolezza di beva. Di grandissimo spessore sono anche i vini ottenuti da uve Carricante, un uva a bacca bianca coltivata alle pendici dell'Etna da cui si ottengono vini a denominazione di origine controllata "Etna bianco".

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